Appassionata della moda, dei tagli puliti e dei materiali pregiati da quando era adolescente, Ophélie ha sviluppato l’occhio per la qualità e l’eccellenza lavorando per 15 anni come Quality Manager nell’azienda Louis Vuitton. La nascita dei suoi due figli l’ha spinta in seguito a riconsiderare il suo stile di vita e a creare Jolee Môme un adorabile e soffice brand di scarpe per bimbo e bimba promotore di un’economia locale e responsabile. L’ho incontrata e mi ha raccontato di questa sua coinvolgente avventura.

Quando è nato il brand?
Sette anni fa. Penso che le scarpe per bambini siano davvero belle. Sono stata ispirata da mia figlia. La filosofia del brand riguarda la mia esperienza da Louis Vuitton e l’alta qualità dei prodotti per bambini fatti in Francia.
Perché hai scelto il nome Jolee Môme?
Come ti dicevo sono stati i miei figli ad ispirare il progetto. Il nome è una combinazione del nome di mio figlio e di mia figlia: Joan e Lee. Môme in francese è un altro modo per chiamare i propri figli. Ad esempio il famoso film che ha vinto l’Oscar “La Vie en rose” interpretato da Marie Cotillard si chiama anche La Môme ed è dedicato alla vita della cantante francese Édith Piaf che veniva appunto soprannominata La Môme “passerotto”. Per il design del logo ho scelto un coniglio. Il naso è un diamante perché i figli sono i diamanti dei loro genitori.


Quali elementi hanno ispirato la tua collezione?
Con i miei prodotti volevo creare un ambiente dolce, morbido, accogliente per i bambini. Per questo ho deciso di mettere una parte soffice fuori dalle scarpine così che i bimbi possano toccarla. La mia intenzione è di disegnare scarpe con dettagli che i bambini ameranno. Ai genitori piacciono queste scarpe, le trovano divertenti e adesso stanno chiedendo di poter avere le taglie per loro. Per la collezione estiva la mia ispirazione nasce da grafie che ho visto su maschere africane in esposizione in un museo. Le ho ridisegnate e la mia produzione ha cercato di rappresentarle cucendole sulla pelle. Sono ispirata tutti i giorni ovunque vada e qualsiasi cosa incontri.
Producete in Francia?
Sì.
Che cosa ne pensi della Fast Fashion?
E’ ovunque ma ora le persone stanno cercando un valore più profondo. Vogliono ritornare a qualcosa di più essenziale. Sto vedendo che la Slow Fashion ha sempre più designers e clienti. Sto notando una crescita delle persone che vogliono adottare un modo di vivere più lento per prendersi cura di se stessi.

Come si svolge la tua giornata tipo?
Cerco di avere una routine giornaliera. Il lunedì mi occupo di contabilità, martedì disegno… ho sempre tante cose da fare. Cerco di dare il massimo dalla mattina alla sera e anche la notte. Come in un grande Bazaar. Dalle sei del pomeriggio fino alle otto però è un tempo dedicato solo ai miei figli. Cena, portarli a letto… e dopo ricomincio a lavorare.
Che cos’è per te la creatività?
Essere ispirata da tutto. Ispirata dai miei figli, dai viaggi che faccio. Non amo il conformismo. Voglio fare qualcosa di totalmente differente.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
A fine aprile è nato Liam il mio terzo figlio. Sono così grata per aver avuto l’occasione di sentire di nuovo questa emozione dopo sette anni che è nata mia figlia. Ho provato un amore immenso durante la gravidanza e dopo la nascita si è intensificato ancora di più. Mi sono totalmente ritrovata nella sua piccola mano e nei suoi piccoli piedi! I miei figli sono così orgogliosi di dare il benvenuto a Liam in famiglia. Come donna d’affari, o forse dovrei dire come mamma d’affari, sto gestendo il mio tempo per prendermi cura di tutto. Per quanto riguarda il brand sto lavorando a dei nuovi progetti molto eccitanti con il mio team che saranno lanciati entro settembre: dimensioni più grandi del nostro best seller, così anche l’adulto potrà divertirsi, e una nuova gamma di prodotti in pelle. Quando sei una donna d’affari non hai pause.
Che libro stai leggendo ora?
La Bibbia. Nel cuore sono religiosa ma non pratico molto. I miei figli stanno per essere battezzati e ho colto questa come un’opportunità per rileggerla e riflettere su me stessa attraverso le scritture. Ma in generale non ho molto tempo per leggere. Mi piacciono molto i libri indiani perché sono assolutamente affascinata dall’India. Sono stata là quattro anni fa con mia sorella e mi piacerebbe creare una collezione ispirata alla loro cultura. Vorrei creare alcune capsule ispirate ai diversi paesi e aiutare le associazioni che si prendono cura dei bambini.
Hai qualche consiglio per le giovani donne che vorrebbero creare un business in proprio?
Vedo che sempre più giovani quando finiscono la scuola iniziano subito la loro attività. Penso che sia importante avere prima un’esperienza perché ti permette di fare errori e quindi di imparare. Ho lavorato in un’azienda fantastica dove mi sono formata in tante cose in diverse aree. Adesso mi sento più fiduciosa. L’altro consiglio è di credere in se stessi. Se credi in te stessa il 50% del lavoro è fatto.

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