La voce è accogliente e profonda poi a tratti diviene più vivace, spingendo al dinamismo. È una musica che da ritmo alla danza. Il tocco è delicato, rassicurante. Il benessere cresce e tutti i sensi ne sono coinvolti. Quando ho praticato Yoga per la prima volta con Krista Cahill a Parigi nella shala di Naya Studio sono rimasta colpita dalla sua energia piena di forza e amore. Per questo l’ho scelta come mia insegnante di Ashtanga. Seppur siano state poche le volte in cui ho avuto l’onore di praticare con lei ha lasciato dentro di me un segno indelebile. Ho scoperto che anche nell’Ashtanga Yoga, da sempre considerato più intenso e rigido rispetto agli altri stili, esiste una corrispondenza nel cuore di altre persone di ciò che lo Yoga ha sempre significato per me: amore e inclusione. Due parole che Krista ripete spesso in questa intervista per trasmettere con saggezza e gentilezza gli insegnamenti della sua leggendaria maestra Maty Eratzy. Nell’intervista troverete spunti interessanti e approfondimenti di grande spessore. Il cammino è infinito così come la gioia di percorrerlo. Namastè a Krista e a tutti/e coloro che ogni giorno dedicano la loro vita allo Yoga per rendere questo mondo più luminoso.
Quando hai iniziato a praticare yoga?
Mi sono dilettata da adolescente prendendo alcune lezioni di uno stile di yoga molto dolce e rilassante. Poi ho scoperto l’Ashtanga quando avevo 19 anni. Ero molto attratta dall’esplorazione dinamica delle diverse posizioni: le spirali, le svolte… Ho adorato la sequenza e la amo ancora. In quel periodo ho preso lezioni sulla prima serie con Tim Miller. La mia prima lezione di Ashtanga è stata con lui in California e 24 anni dopo pratico ancora tutti i giorni.
Perché Ashtanga e non un altro stile?
Ho fatto danza classica prima di praticare yoga e ho trovato qualcosa di familiare nell’Ashtanga. Mi piacciono le discipline intense e ho pensato che questa fosse perfetta per me. Quando muovi il tuo corpo ogni postura è precisa. Devi fare esattamente in questo o in quel modo per portare avanti la ripetizione affinché l’esatto allineamento si manifesti dopo molto tempo e pratica dedicata.
Quando hai vissuto una svolta nel tuo percorso di yoga?
Tre anni dopo la mia prima lezione di Ashtanga ho incontrato il mio mentore, Maty Eratzy durante un corso di formazione presso lo Yoga Place a Costa Mesa in California. Ha studiato direttamente con Iyengar e K. Pattabhi Jois per molti anni, e anche con la fantastica Dona Holleman con cui ha fatto il suo primo tirocinio da insegnante. Maty era una forza, era molto esperta e mi ha insegnato molto sugli allineamenti fisici ed energetici. Alla fine della sua vita, era molto coinvolta nella meditazione Vipassana, infatti aveva una connessione molto profonda con il lato spirituale dello yoga. Era chiaro a Maty che questa pratica non è solo un esercizio ma riguarda il vivere la tua vita consapevolmente, essere molto riflessivo su come pensi, come ti vesti, tutto fa parte dello yoga. Maty mi ha ispirata molto, specialmente quando sono diventata la sua assistente, e abbiamo iniziato a viaggiare insieme. Siamo state negli Stati Uniti, Canada e Messico… Per dieci anni l’ho supportata durante conferenze e corsi di formazione. Ho partecipato a oltre 10 corsi di formazione con lei nel suo studio a Santa Monica in California. È stato un periodo molto bello in cui ho avuto la fortuna di studiare intensamente con lei ma non abbastanza. Maty è stata una grande insegnante e un grande mentore. Non ha mai smesso di prendersi cura di me e di nutrire gli studenti. Anche durante Savasana si muoveva, sistemando i corpi dei suoi allievi con profonda gentilezza e amore. Era unica. Non c’è niente come lei al mondo adesso.
Qual è la lezione principale che hai imparato da Maty?
Devi amare le persone. Non è sufficiente insegnare loro le posture, ma si tratta di amarli e aiutarli ad amare se stessi. Per Maty lo yoga consisteva in questo Il suo messaggio era così unico. La parte dell’amor proprio è davvero necessaria. Se non ti ami, cosa stai facendo quando sei sul tappetino? Ti stai nascondendo? Stai negando te stesso? Ti stai torturando? Sei dissociato dal tuo vero io? Per Maty il fulcro di tutto era incentrato su come ti tratti e perché. Perché ti punisci? Dovresti chiederti se sei in connessione con il tuo corpo e cosa stai facendo ogni giorno per migliorare te stesso. Si tratta di prenderci cura di noi pensando sempre alla parte spirituale della vita, dello yoga. Maty è stata davvero generosa nell’insegnarmi “a vedermi”. Dopo alcuni anni ho studiato anche con Dona Holleman. Dona mi ha insegnato molte cose. Come il corpo è influenzato dalla gravità e come possiamo usare questa gravità come strumento. Possiamo conoscere la resistenza e quindi creare una nuova stabilità. Mi ha dato degli insegnamenti bellissimi, è molto ben radicata e conosce molta filosofia e anatomia. È stata la prima europea a studiare e insegnare il metodo di Iyengar.
Perché insegni yoga?
Sto insegnando come servizio alla mia comunità. Ho deciso di farlo e sono molto consapevole che non è un lavoro in cui guadagni molto. Per questo vivo in modo molto semplice, molto modesto: non viaggio spesso per piacere, la mia bellissima bambina è la cosa più costosa di cui sono responsabile. Non ho bisogno di cose costose. Cucino a casa e pratico da sola… a vent’anni vendevo yoga ad aziende. Fondamentalmente delle lezioni da fare all’ora di pranzo. Era un lavoro molto buono e abbastanza redditizio, ma a un certo punto mi sono resa conto che non volevo più essere una venditrice. La mia vocazione era semplicemente prendermi cura della mia comunità e insegnare yoga. Ho appena imparato a essere creativa, a risparmiare denaro e a liberarmi dallo stile di vita del “vendere yoga”.
Qual’è l’esperienza più bella che hai fatto durante i tuoi viaggi?
Penso che sia stato davvero fantastico quando ero con Maty a Whistler in Canada. Lì il paesaggio è bellissimo. In quella formazione specifica ho appreso molto grazie alla sua saggezza. Ho avuto anche l’opportunità di praticare molta meditazione. Essere lungo il fiume, vicino alle montagne, essere immersa nella natura cambia davvero come ti senti. Ho anche scritto quotidianamente su un diario i miei pensieri e tutti i suoi preziosi insegnamenti. In quell’atmosfera la mia mente era predisposta ad assorbire ancora di più.
Hai vissuto momenti dolorosi nel tuo percorso con lo Yoga?
SÌ. Alcune persone che praticano da tanti anni e anche insegnanti hanno diffuso notizie non vere su di me cercando di denigrarmi. Penso che lo abbiano fatto perché hanno paura delle mie idee, forse perché ho cercato di diffondere una visione diversa dello yoga, più inclusiva. Molte persone nello yoga vogliono avere più potere dei loro studenti e colleghi. Dal mio punto di vista siamo tutti uguali. Quando insegno in una classe imparo sempre molto dai miei studenti e studentesse. Non credo ci sia un’altra visione da poter abbracciare. Non credo nel toccare i piedi dell’insegnante. Non fa per me. Quando gli insegnanti iniziano ad avere più studenti e ricevono da loro molti apprezzamenti a volte c’è il rischio che questo dia loro alla testa pensando di avere un potere su di loro. Ci sono stati episodi in cui hanno assunto atteggiamenti dittatoriali e anche violenti purtroppo. Non abbiamo bisogno di questo tipo di energia nel mondo. Dobbiamo proteggere noi stessi e la comunità dalle persone affamate di questo potere così tossico.
Come dovrebbe essere un insegnante? Naturalmente tu pensi a Maty e a Dona ma qual’è la visione di Krista?
Penso che un buon insegnante dovrebbe insegnare l’Ashtanga, o qualsiasi altra pratica, in modo inclusivo. Non penso che dovrebbe trasmettere solo la parte fisica. Se lo fai perdi l’essenza dell’Ashtanga Yoga. Se guardi ad altri grandi insegnanti, ad esempio Chuck Miller , Richard Freeman, Mary Taylor e altri, insegnano in modo totalmente inclusivo. Puoi adattare la pratica senza regole rigide ma preservando le fondamenta. Puoi fare meno Vinyasa, puoi usare i blocchi, puoi usare il muro… e penso che sia necessario continuare a fare ricerche, a studiare per migliorare sempre. Penso anche che Radha Carlisi e suo marito Prem siano insegnanti meravigliosi, perfetti per imparare ad adattare la pratica a tutti. Sono super informati e Radha ha studiato con Chuck e Maty. Hanno un luogo meraviglioso a Bali dove insegnano: Yoga Ashtanga Bali Center. (di cui vi parleremo a luglio su Bloom, nrd)
In quale aspetto pensi che l’Ashtanga dovrebbe essere più inclusivo?
Penso un piccolo esempio. Di solito, Mysore è al mattino. Conosco tante persone che vorrebbero avere una pratica Mysore ma hanno delle responsabilità come accompagnare i propri figli a scuola e quindi non hanno la possibilità di frequentare le lezioni in quella fascia oraria della giornata. Dobbiamo rendere lo yoga più inclusivo non solo in termini di capacità fisica ma sotto tutti gli aspetti quindi anche nel modo mentale, nel programma che abbiamo proposto… Penso che inclusivo significhi abbracciare vite diverse, persone diverse, immaginare le varietà che possiamo accogliere. E questo è importante anche per permettere alle persone di praticare in comunità, supportate e non sole. È importante far parte di un gruppo, ricevere supporto dai tuoi fratelli e sorelle dello yoga.
Com’è cambiata la tua pratica quando sei diventata madre?
Mi sento più morbida e femminile. Questa è stata una grande evoluzione per me. La mia pratica precedente, prima della mia gravidanza, riguardava più la fisicità mentre ora sento il mio corpo e la mia mente connettersi al movimento energetico. La gravidanza, la nascita e l’esperienza della maternità sono tutte pratiche molto intime, personali. Ora mi rendo conto che lo Yoga che praticavo prima era solo una preparazione per le difficili sfide che mi attendevano.
Hai qualche consiglio per le giovani donne che vorrebbero iniziare a praticare yoga?
Lo yoga è una pratica meravigliosa ma la sua essenza è davvero trovare un amore per se stessi più profondo. Come ti dicevo prima questo è ciò che mi ha insegnato Maty. È una celebrazione della cura di sé, è investire in se stessi, poco a poco e giorno dopo giorno. Come donne spesso ci prendiamo più cura degli altri che di noi e ci importa molto di ciò che gli altri pensano. Forse lo yoga è un modo per imparare a prenderci più cura di noi e sviluppare un forte senso di sé, che non è facilmente influenzato dalle opinioni esterne. Lo yoga può anche ridurre la nostra tendenza a compiacere le persone e voler solo piacere a noi stesse.
Lascia un commento