Testo e foto di Barbara Fava
I luoghi a cui ti rivolgi sono quelli che attraggono il tuo essere nella sua unicità, la vexata quaestio del sei turista o sei viaggiatore credo che come tutte le classificazioni sia riduttiva di una dimensione ben più poliedrica e soggettiva. Attraverso le esperienze di viaggio sono molte le parti che si attivano, la curiosità, la leggerezza, l’apprendimento e la crescita, lo stupore e la meraviglia, fluttuando in un movimento armonico come petali di un unico fiore solleticati dal vento.
L’istinto mi ha sin da piccola guidata verso il mare e gli animali, dimensioni di natura libera che a tutt’oggi mi restituiscono le maggiori sensazioni di benessere e potenza primitiva, quella inarrestabile che sgorga inesauribile dai meandri del nostro profondo insieme ai battiti del nostro cuore, essenze che come specchi in cui ci si riflette, aiutano a riconoscere anche la propria esistenza e quella dei nostri simili presenti in questo mondo.
Le destinazioni dei miei soggiorni sono piuttosto divergenti…osservo i flussi dettati dalla moda del momento che spinge e promuove una destinazione e imbocco la direzione opposta, poi mi documento e come una pioniera parto verso una mia meta, spesso dai più considerata luogo ‘Cenerentola’, meno esibizionista e sfarzosa e più timida ed inesplorata.
Seguendo queste orme, la scorsa estate sono giunta nell’arcipelago delle Canarie a Lanzarote, riserva della Biosfera UNESCO e nota anche come isola del fuoco, è vulcanica, desertica, selvaggia come un pianeta inesplorato sferzato dal vento e puntuto di rocce laviche; ha una superficie di 795 chilometri quadrati ricoperti quasi per intero di lava solidificata, che a seconda della luce del sole si colora nei toni dal nero al rosa, dal viola all’ocra.
Lo sposalizio dell’uomo con l’isola,notevole esempio di convivenza sostenibile a livello ambientale e culturale, è evidenziato dall’ingegno di utilizzare e valorizzare le poche ma peculiari risorse del territorio in un ingranaggio che compone e combina parti di uno stesso tutto.
Un figlio illustre è l’artista César Manrique, il cui immaginario plastico della sua produzione pittorica è stato ispirato dalle impressioni del paesaggio vulcanico e plasmato in una specie di naturalismo non realista che non nasceva dalla copia della natura, ma dalla sua comprensione emotiva: «Cerco di essere la mano libera che dà forma alla geologia», scrisse. Le sue azioni hanno realizzato un insieme di interventi visionari tesi a risaltare il valore del paesaggio e delle bellezze naturali rispettando le caratteristiche proprie dei luoghi rendendoli così eterni ed immutabili.
Il premio Nobel Josè Saramago si trasferì in questa isola nel 1993, considerandola come l’inizio e la fine di tutte le cose, un paesaggio che nell’agitazione furiosa dell’aria, gli ha provocato piacere profondo ed euforia, un luogo così significativo e filosofico che ha trasformato la sua scrittura. Di lui resta traccia nella Casa Museo dove sono ospitati i suoi libri organizzati, con criteri molto personali, e contenuti in una libreria.
Unica nel suo genere è anche la coltivazione dei vigneti, una viticoltura che potremmo definire eroica dove le viti sono piantate in grandi fosse scavate nella terra brulla e vulcanica, protette dal vento da muri in pietra lavica (hoyos) che richiedono un grande lavoro di costruzione e manutenzione. Tra le creature figlie di questa terra incontriamo anche vaste piantagioni di aloe vera, pianta dalle mille virtù e regina delle piante medicinali.
Nel gioco di chiaro scuri, del verde e del blu, spicca il bianco delle saline del Janubio che, circondate dalle ultime code vulcaniche dell’imponente e stupefacente parco naturale di Timanfaya, sono una laguna naturale essenziale nel processo di elaborazione del sale e si trovano nel sud-ovest dell’isola.
Aspetto ludico e salutare che offre l’isola, è la pratica di svariati sport acquatici (surf, kitesurf, windsurf) e terresti (cammini e percorsi ciclabili) certamente avvantaggiati da un clima ideale, sempre luminoso e ventilato dal soffio degli alisei.
In un respiro profondo e in uno sguardo proiettato all’infinito, Lanzarote è costante flusso vitale, vento, mare sia di onde potenti sia di lieve sciabordio, vulcanico ventre ancora pulsante, luce del sole, sale…..come un canto corale che evoca anche affascinanti assonanze religiose, mistiche, esoteriche che esaltano i sapori, i profumi, custodiscono i luoghi, insegnano la giusta misura.



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