Foto di Tommaso Mitsuhiro Suzude
Nella vita bisogna sempre buttarsi, sperimentare quello che è affine alla nostra essenza, quegli ambiti che vorremmo conoscere in modo approfondito, nel dettaglio, quasi spaccando il capello per riuscire a farli nostri fino in fondo. Ambiti che porterebbero un benessere anche al mondo a noi circostante, un benessere profondo e duraturo di cui noi stessi e il Pianeta abbiamo così tanto bisogno. Chi sente risuonare dentro di Sé un legame ancestrale con la natura, che in latenza sono convinta esista in ognuna e ognuna di noi, almeno una volta si sarà chiesto se fosse il caso di ridurre, modificare o eliminare il consumo di carne. A volte ci sono tanti buoni presupposti e intenti ma poi diventa difficile tradurli in azioni concrete e quotidiane. Essere costanti, essere curiosi nel trovare alternative, nel percorrere un nuovo stile di vita più sostenibile, nel conoscere la filiera che sta dietro ai prodotti, richiede impegno. Talvolta, come accaduto alla sottoscritta, occorre farlo per necessità, perché il corpo ti comunica, ti dice basta a ciò che tu non curante continui ad assumere senza sapere, senza aver mai pensato se sia davvero ciò di cui tu hai davvero bisogno. Nella continua ricerca verso uno stile di vita sempre più rispettoso delle persone e della natura, da mettere in pratica nella mia vita e da proporvi su Bloom as you are, mi sono imbattuta, in modo del tutto inatteso come accadono sempre poi le cose più belle, nella Piccola Cucina Verde, un laboratorio di cucina vegana fondato e gestito da Irene Egua, una giovane donna, mamma, veterinaria, insegnante di yoga, esperta cuoca vegan specializzata nella cucina crudista. Una storia proprio nelle corde di Bloom as you are dove il poliedrico talento delle donne si racconta per ispirarci ed ispirare a realizzare pienamente la bellezza di ciò che siamo e per portare così anche un contributo di pace, amore e gioia intorno a noi. E mai come in questi giorni la celebre frase di Gandhi “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” risuona nel mio cuore potente e guida per dirigere le mie scelte.
Sono felice di inaugurare questo nuovo spazio dedicato all’alimentazione sostenibile e spero che possa in parte darvi strumenti utili per migliorare anche solo di poco la vostra preziosa vita.
Buona lettura e grazie splendida Irene!
“Amare la cucina, la terra che ci accoglie, la creatività che è essenziale per evolvere e la libertà di andare fuori dagli schemi. Cucinare quindi e mangiare vegetale sono la cosa più importante che posso fare per me e per le persone che amo”. Così inizia il tuo video di presentazione sul tuo ecommerce online. I tuoi biscotti, sinceramente, sono i più buoni che io abbia mai mangiato. Sono rimasta estasiata dalla loro friabilità, morbidezza, sapore genuino. Si sente proprio che cucini con amore e con materie prime di alta qualità. Come hai sviluppato questo tuo talento?
La passione per la cucina risale alla mia infanzia quando a 5 anni, le mie nonne mi insegnarono a tirare la sfoglia. A 18 anni poi sono diventata vegana e non ho più cucinato carne, una scelta che deriva dall’amore e dal rispetto che provo per gli animali. Il mio grande sogno però era diventare veterinaria di cavalli, lavorare nel mondo dell’equitazione campestre quindi senza nessun tipo di coercizione. Dopo aver frequentato veterinaria all’Università lavorando anche come Home Restaurant per pagarmi gli studi, sono riuscita a laurearmi e nel 2015 mi sono abilitata alla professione. Ho dovuto però fare subito i conti con un settore molto in crisi e una realtà molto dura. Tutti i veterinari che conoscevo mi consigliavano di lasciar perdere e di fare piccoli animali poiché nel settore dei cavalli c’erano già professionisti che da tempo si dedicavano a questo. Io avrei solo potuto fare la gavetta gratuitamente. Per via di alcune condizioni personali non potevo permettermelo quindi decisi di lavorare in un ambulatorio veterinario ma non trovai soddisfazione. Nell’ambito della cucina però stava andando bene. Avevo creato un canale Youtube in cui insegnavo alcune ricette vegan, un settore all’epoca guardato malissimo su cui c’erano tanti pregiudizi a livello scientifico. Attraverso alcune relazioni conobbi la proprietaria di un ristorante vegano che mi propose di lavorare con lei. Decisi quindi di lasciare veterinaria e accettare la proposta che da part time divenne presto tempo pieno. Poi da quando sono diventata mamma di Leonardo alcune esigenze hanno iniziato a emergere sempre più forte come, ad esempio, avere uno stile di vita più sostenibile in cui essere più presente nei momenti di convivialità.



È stata questa la scintilla che ti ha spinto a diventare un’imprenditrice?
Lo stile di vita che avevo non era compatibile con il tipo di mamma che volevo e voglio essere. Inoltre, ho sempre avuto un multipotenziale da esprimere e da coltivare sia nel campo culinario, come proporre corsi di cucina, sia in altri campi come nell’insegnamento dello yoga e tutto ciò che riguarda la vita all’aria aperta. Essere libera professionista mi dà la capacità di esprimere me stessa a tutto tondo. Non mi interessa fare carriera ma avere una vita felice, sostenibile in cui mi dedico a ciò che amo. Tante persone su Youtube che apprezzano e seguono quello che faccio mi hanno spronata a mettermi in proprio. Questo mi ha dato la spinta per crederci anche io. Mi sono informata su ciò che avrei dovuto fare per aprire un’azienda la cui sede sarebbe stata la mia casa ma mi dissero che non era possibile. Non ho mollato. Ho approfondito ulteriormente e sono venuta a conoscenza di una Legge europea che ti permette di adibire il 30% della tua abitazione a laboratorio facendo da mangiare come in un laboratorio alimentare domestico. Mi sono iscritta all’associazione IAD Italia che mi ha aiutata nei cambiamenti che ho dovuto fare in cucina e nei bagni per rientrare in questi criteri. Così è nata la Piccola Cucina Verde.
Qual è il valore aggiunto che ha portato nella tua vita questo cambio di professione?
Quando inizio la settimana lavorativa ora sento un fuoco, un’energia interiore fortissima. Non vedo l’ora sia lunedì! Nel mio lavoro non è sostenibile solo il cibo ma anche la vita che mi permette di fare. Sto riuscendo a conciliare tutte le mie passioni e passare più tempo con mio figlio. Non mi interessa arricchirmi o fare chissà quale carriera. Il mio sogno un giorno è avere un agriturismo e trasmettere a più persone possibili uno stile di vita che porti benessere, che ti permetta di essere felice. Per questo mi rendo completamente disponibile alle esigenze dei miei clienti compreso quello, se preferiscono, di andare io a casa loro per cucinare.
Qual è la parte del tuo lavoro che ti rende più felice?
Far capire alle persone che si può mangiare cose buonissime in modo salutare e rispettoso. Inoltre, è molto bello soddisfare le varie specifiche esigenze trasmettendo che chiunque può nutrirsi con cibi gustosi. Oggi, ad esempio, ho spedito due torte in Abruzzo in un paesino disperso sui monti per una ragazza vegana e celiaca. Nell’ambito del vegano faccio di tutto e mi piace particolarmente la cucina crudista.
Quali sono le difficoltà più grandi che hai affrontato?
È stato molto intenso e impegnativo organizzare tutto. Il packaging, le spedizioni, il sito Internet… Nonostante la fatica ero e sono felicissima di aver realizzato tutto questo. Penso di aver trovato una chiave per svoltare nella mia vita. Da ottobre 2021 ho aperto ufficialmente l’attività. Spedisco online tutti prodotti vegani con un occhio di riguardo per il crudismo e un mesetto fa ho fatto il mio primo mercatino. C’è stata una preparazione incredibile che mai avrei immaginato.
Che prodotti realizzi?
Faccio crackers crudisti germinati al cavolo nero, rapa rossa o zucca, ragù di soia, formaggio stagionato di anacardi con erbe aromatiche e pepe rosa, hummus di ceci, pesto di cavolo nero, tortelloni con la ricotta di macadamia e tanto altro. Come dolci invece produco cioccolata raw crudista piena di ossidanti poiché priva del processo di tostatura così da mantenere intatte le proprietà nutrizionali. Poi faccio i cinnamon rolls trasformati in chiave crudista. Taglio le banane a fettine per il lungo, aggiungo il cioccolato raw e le arrotolo dolcificandole con i datteri. Utilizzo dolcificanti naturali e quindi anche la frutta esiccata e l’agave estratta. Poi ci sono dolci personalizzati, muffin al cioccolato proteici, torte di mele, carota e sempre cose nuove che creo a partire dall’ispirazione che mi danno le materie prime tutte rigorosamente biologiche ed è per questo che i miei prodotti costano di più ma le persone che acquistano da me sanno che hanno a che fare con un prodotto artigianale, pieno di sostanze nutritive, vivo. Quando vedo i prezzi molto bassi dei prodotti al supermercato penso che le persone dovrebbero chiedersi più spesso come mai certe cose costano così poco e riflettere su quanto possa essere di bassa qualità la materia prima se il costo del prodotto finale arriva a quelle cifre.



Quali sono gli ingredienti principali?
Non ho limiti su questo. Ogni stagione ha la sua verdura. Per me è quasi naturale seguire questi cicli. Sono stata fortunata durante la mia infanzia ad avere i miei genitori che mi hanno educata all’ascolto della natura. Sotto casa ho l’orto e questo è un dettaglio per me importantissimo.
Quali sono le particolarità della cucina crudista?
È un’estremizzazione della cucina vegetale. Le tecniche di germinazione ed essiccazione vanno a moltiplicare a livello esponenziale le proprietà nutrizionali dei vegetali. Ad esempio, i semini attraverso la germinazione aumentano del doppio le proprietà delle vitamine e proteine. La cucina crudista è un altissimo livello di cucina. È molto stimolante perché mi da la possibilità di spaziare a 360 gradi su come trasformare una semplice verdura in qualcosa di fenomenale. Per me è bellissimo. Credo inoltre che cucinare sia come amare. Io riesco a rapportarmi alle persone che amo attraverso quello che creo con il cibo. Mi piacerebbe dare vita a una rete vicina e locale di scambio di materie prime, di collaborazioni tra cucine vegane e tanto altro che includa i legami umani che sono una parte fondamentale per veicolare certi principi e messaggi. Ciò che vedo funziona bene sono i corsi di cucina in casa. È bellissimo perché sono tante le amicizie che creo ogni volta con i partecipanti. Senti che risuona l’essenza comune, che ti fa scegliere una cosa piuttosto che un’altra. Mi fa percepire che non sono l’unica e che si può andare tutti nella stessa direzione.
In che modo la cucina crudista trasforma in qualcosa di eccezionale un vegetale?
I ravioli di rapa rossa sono un esempio di questa meravigliosa trasformazione. La sfoglia è fatta con rapa rossa e il ripieno con ricotta di macadamia. Faccio anche involtini con verdure esiccate, i Falafel ma crudisti. Faccio germinare il grano saraceno e poi con i semi di girasole e di zucca si frullano con le verdure. Non devi mai superare i 40 gradi, la temperatura in cui gli enzimi vengono preservati. Quella crudista è una cucina viva che ti da un sacco di energia.
Quando nasce?
Con l’igienismo, una branca dell’alimentazione vegana che ha molte regole volte alla salute e al benessere del corpo come, ad esempio, iniziare il pasto con le verdure crude, condire con l’olio di oliva, mangiare cereali integrali. Tutti principi per tenere lo stomaco in salute. Adesso di vegan poi c’è qualsiasi cosa.
Noi siamo quello che mangiamo. Quindi per essere persone sane occorre nutrirsi di cibo sano. In che modo la tua professione di veterinaria, di medico quindi, ti ha aiutata a comprendere quanto il cibo sia la base della nostra salute?
Tutti gli esami di nutrizione animale che ho dato mi hanno aiutata ad avere un spettro più ampio della questione. E pensa, mi sono proprio laureata con una tesi sull’alimentazione. Ti faccio un esempio concreto: Uma, il mio cane, è vegana ed è anche epilettica da quando è nata. Nonostante questo, non ha mai preso medicine. Con un’alimentazione adeguata riusciamo a tenere bassa la pericolosità delle sue crisi. La mia veterinaria ha detto che è stranissimo poiché solitamente i cani epilettici prendono medicine fin dalla nascita. Il fatto che lei non mangi carne e quindi non abbia infiammazione nel corpo secondo me ha contribuito in modo significativo. I cibi vegani per animali nascono anche per aiutare coloro che sono diventati intolleranti a qualsiasi tipo di carne. Il microbiota del cane, così come il nostro, è un aspetto molto delicato. Per introdurre alimenti vegetali bisogna farlo molto con calma ma gli effetti sono stupefacenti. Si vede subito da come cambia la lucentezza del pelo.

Si dice spesso che i vegani abbiano carenze nutrizionali ma è vero?
Essendo vegana dai vecchi tempi, quando ancora tutti ti additavano e ti dicevano che non ti stavi alimentando in modo corretto, ho deciso di studiare tutta la storia dell’alimentazione dell’uomo e mi sono veramente istruita sulla materia. In quello che cucino cerco sempre quindi di creare un equilibrio sano e ricco di tutti i nutrienti di cui il nostro corpo ha bisogno. Io personalmente non ho mai avuto carenze. D’altra parte, devi essere consapevole di quello che stai facendo, devi avere un’educazione. Ma dovrebbero averla anche gli onnivori. In tanti non si rendono conto di quanto non sia completa la loro alimentazione. È molto importante prestare attenzione alla varietà e all’origine, alla vita del cibo che acquistiamo. È il punto di partenza della nostra salute. Un’altra accortezza che occorre avere è per la vitamina B12. Anche questo vale per gli onnivori. Infatti, la B12 è l’unica vitamina che viene sintetizzata a livello intestinale da dei batteri. È presente nella carne perché le mucche la producono dalla fermentazione del loro intestino e viene fissata, depositata nel muscolo. Però le mucche che troviamo in commercio mangiano fieno sterilizzato, che non ha i batteri che producono la B12 quindi anche alle mucche stesse vengono dati questi integratori.
Tu questa scelta l’hai fatta principalmente per amore verso gli animali. C’è stato un episodio in particolare che ha inciso su questo?
A 18 anni, quando studiavo veterinaria, ho dovuto assistere al macello. Anche il più carnivoro del mondo se vedesse quello che accade in quel luogo smetterebbe di mangiare carne. Quando abbiamo iniziato a fare lezioni lì ho sognato per tutta la settimana di essere macellata. È una cosa inimmaginabile. Non puoi tornare indietro. Poi c’è a chi non interessa ma penso sia un modo di reagire per distaccarsi dalla realtà. Questo atteggiamento lo hanno anche persone con una sensibilità acutissima verso gli animali ma nel momento in cui si deve fare l’azione coerente a questo sentire vedo che c’è una disconnessione tra quello che si vorrebbe fare e che effettivamente si fa.
Dove si possono trovare i tuoi prodotti?
Si può acquistare sul sito Internet e ricevere tutto comodamente a casa. Inoltre metto a disposizione il cellulare dell’azienda e mi si può contattare per qualsiasi richiesta. Ci sono dei prodotti fissi nel mio shop ma realizzo qualsiasi cosa.
Chi volesse avvicinarsi a una cucina alternativa e iniziare a cucinare da solo/a piatti vegani?
Ci sono i miei corsi di cucina durante i quali cerco di sensibilizzare anche all’acquisto di materie prime. Io vado sempre nelle aziende agricole locali dove posso trovare prodotti biologici che a volte esteticamente sono i più brutti ma in realtà sono sempre i più buoni sia come sapore che come nutrienti. Ormai chi vive in città può trovare senza problemi questo tipo di realtà. È davvero importante curare questo aspetto della nostra vita, farlo con gioia e amore.

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