Eravamo al corso di cucina vegana crudista all’Alchemy Academy a Ubud, Bali, quando conobbi Carolina, una delle mie insegnanti. Mi colpì subito la sua incredibile professionalità e precisione affiancata a una grande solarità, creatività e grande capacità di ascolto. Eravamo un gruppo di donne da tutto il mondo e in modo mistico e inaspettato abbiamo subito creato legami forti e meravigliosi. Il collante è stata anche la straordinaria capacità delle insegnanti di creare armonia, un’atmosfera gioiosa e serena che ha permesso a ognuna di noi di poter esprimere appieno la nostra unicità. Davanti a una benefica e deliziosa bevanda al cioccolato ho avuto poi il piacere di chiacchierare in modo più approfondito con Carolina sul suo lavoro. Tra donne latine le parole non sono mancate, il flusso è stato continuo e sono emersi spunti di estremo valore da cui ancora traggo ispirazione. Il messaggio di Carolina è semplice e al contempo potente. Non ve lo anticipo. L’intervista è ricca di contenuti e richiede qualche minuto ma vi consiglio di leggerla fino in fondo. Ogni storia può dischiudere nei nostri cuori nuove inaspettate fioriture. Non fatevi sfuggire questa occasione. Buona lettura!
Quando è nata la tua PASSIONE per il mondo della cucina vegana?
Avevo 26 anni quando, dopo aver completato gli studi in Storia dell’arte, specializzandomi in fotografia contemporanea, e un master in educazione, iniziai a lavorare al mio primo progetto: una piattaforma creativa che offriva corsi brevi sulla cultura visiva per persone che lavorano a tempo pieno ma che volevano continuare a formarsi.
In quel periodo decisi di passare a una dieta vegetariana. Lessi il libro Eating Animals di Jonathan Safran Foer (versione italiana Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?, ndr). Il libro mi colpì profondamente. Esplora le origini delle tradizioni alimentari, i miti che le circondano e come diventare genitori abbia trasformato la prospettiva dell’autore del libro sul cibo. Leggerlo è stato un punto di svolta per me. Poco dopo sono diventata vegana, e questo è successo quasi 20 anni fa. A quel tempo, le opzioni alimentari di quel tipo erano incredibilmente limitate, soprattutto a Madrid dove vivevo. È stato impegnativo, ma questo desiderio mi ha ispirato a impegnarmi comunque e a cucinare ogni giorno per me e per il mio ragazzo. Con mia sorpresa, ho scoperto quanto mi piacesse cucinare. Non si trattava solo di nutrimento; era l’atto creativo del cucinare che mi dava gioia.
In seguito, insieme al mio ragazzo, abbiamo lanciato una nuova attività, un piccolo negozio sostenibile che vendeva prodotti locali all’ingrosso. Includeva persino un programma di lotteria e una tecnologia QR che consentiva ai clienti di acquistare cibo usando le mie ricette. Ma in fondo, qualcosa non andava. Il compromesso e la mancanza di realizzazione personale mi hanno fatto fermare e rivalutare la mia vita. Ho preso la difficile decisione di porre fine alla mia relazione, lasciare l’attività e trasferirmi a Londra per un nuovo inizio.
Nella nuova metropoli inizialmente ho cercato opportunità nei programmi culturali. Allo stesso tempo, mi sono iscritta a un corso di cucina crudista con il team del Wild Food Cafe. Quel corso mi ha davvero cambiato la vita. Ricordo ancora l’adesivo che mi hanno dato con il mio nome sopra: stavo davvero iniziando un nuovo capitolo della mia vita.
Qual è la cosa magica che vedi negli alimenti di origine vegetale?
E’ un tipo di cibo che mi riporta ai miei sogni d’infanzia. Quando ero bambina, volevo diventare un’artista e avere la mia galleria. Passavo ore a dipingere e scrivere, immersa nella creatività. Poi il mio percorso ha preso svolte inaspettate ma quando ho iniziato a lavorare con il cibo, ho sentito un legame innegabile con questo mio sogno. C’era una libertà di creare, sperimentare ed esprimermi attraverso il cibo direttamente connessa con quella che provavo nel lavorare con materiali artistici.
A quel tempo, il movimento del cibo crudo stava appena iniziando e a diffondersi in tutto il mondo. Non era commercializzato o di tendenza come lo è ora; era ambizioso. Le persone credevano sinceramente in quello che facevano. Il loro impegno e la loro passione erano contagiosi. Sono stata abbastanza fortunata da essere immersa in quell’ambiente, lavorando in uno spazio piccolo e vibrante dove queste IDEE prosperavano. Essere circondata da persone che condividevano questa mentalità, persone profondamente impegnate nel rispetto della natura, degli animali e nella creazione di un mondo migliore. E’ stato davvero magico.
Qual è la cosa più preziosa che hai imparato in quel periodo?
Ho imparato a divertirmi, un divertimento genuino e senza filtri. Ovviamente, ci sono stati momenti di difficoltà. Quando non hai piena fiducia in te stessa, è difficile esprimere liberamente il tuo potenziale e creare senza vincoli ma nel complesso è stato uno dei periodi più piacevoli della mia vita. Mi è sembrato di essere di nuovo un adolescente, questa volta con un lavoro che amavo davvero.
A rendere quel periodo così speciale è stato determinante l’essere circondata da persone incredibili e affini a me. Non credo di essermi mai divertita così tanto. Inoltre lavorare al ristorante di Tanya e in seguito al Nama Artisan Raw Foods (entrambi i bar sono ora chiusi ora, ndr) mi ha aperto nuove porte. Da lì, ho avuto un’altra opportunità che alla fine mi ha portato in Qatar, dove ho contribuito ad aprire il primo bar vegano del paese. Dopo di che sono arrivate esperienze in California, Cambogia, Barcellona, Londra, Parigi, Hyderabad e tanti altri posti.
Quel periodo mi ha insegnato la bellezza di abbracciare l’avventura, la creatività e la connessione. Ho viaggiato molto, ho lavorato in vari ambienti alimentari a base vegetale e ho imparato qualcosa di nuovo a ogni tappa. Quelle esperienze mi hanno plasmato sia a livello personale che professionale, lasciandomi lezioni e ricordi che custodirò per sempre.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
Amo l’aspetto formativo. È un vero privilegio incontrare così tante persone meravigliose che condividono la stessa visione del mondo e lavorano insieme per creare qualcosa di nuovo. C’è un incredibile senso di collaborazione e ispirazione in quei momenti.
Lavorare con il cibo crudo è anche qualcosa che amo profondamente: ti insegna a prenderti cura degli ingredienti a un livello completamente nuovo. Gli ingredienti crudi sono più fragili, il che significa che li affronti con maggiore consapevolezza e rispetto. Ogni volta che insegno a qualcuno, mi ritrovo a imparare anch’io. È uno scambio continuo di conoscenza e creatività.
In questo ambiente, il tempo diventa l’ingrediente più prezioso di tutti. Il modo in cui investiamo il tempo, che sia nella preparazione, nell’apprendimento o nell’insegnamento, tira fuori il meglio dal cibo e da noi stessi. Ecco cosa rende questo lavoro così significativo per me.
Durante i corsi come riesci a gestire tutti i diversi caratteri degli studenti e delle studentesse e le diverse situazioni?
Amo aiutare le persone, quindi per me insegnare è un piacere, ma anche una sfida. Provo un profondo rispetto per l’insegnamento e apprezzo molto il tempo e lo sforzo che le persone dedicano all’apprendimento. Gestire diverse personalità e situazioni mi insegna molto in cambio. Mi dà la possibilità di riflettere su me stessa, poiché spesso riconosco le mie insicurezze e i miei dubbi. Come persona sensibile, ho imparato a gestire queste emozioni concentrandomi su ciò che conta davvero: dare agli altri gli strumenti per far emergere ciò che hanno già dentro.
Ciò che non mi piace è semplicemente dare risposte. Al contrario, preferisco fare domande. Credo che un insegnante non abbia tutte le risposte, e non dovrebbe averle. Invece, mi concentro sul porre le domande giuste per guidare gli studenti verso la scoperta delle proprie risposte.
Per me insegnare significa aiutare gli studenti a trovare la propria strada ed esprimere la loro unica creatività. Questa è la parte che mi piace davvero. Ma nel profondo sono anche una produttrice. Capisco l’importanza del tempismo, della struttura e di garantire che il programma scorra senza intoppi. È altrettanto importante condividere questa prospettiva con gli studenti, aiutandoli a bilanciare la loro creatività con un senso pratico.
E poi c’è lo spirito fanciullesco, legato all’infanzia, che sento ogni volta che lavoro con il cibo. Riguarda curiosità, giocosità e la pura gioia di creare. Questi tre elementi, incoraggiare l’auto-scoperta, promuovere la struttura e abbracciare lo spirito giocoso, sono fondamentali per il mio approccio all’insegnamento.
Durante il corso di cucina vegana ho notato che hai una meravigliosa umiltà che consente agli studenti e alle studentesse di chiederti liberamente consigli, senza preoccupazioni. Come riesci a mantenere questo spirito?
Mi vedo come un’eterna studentessa, il che mi aiuta a connettermi con i miei studenti e studentesse a un livello più profondo. Esplorando costantemente nuovi modi di fare le cose, scoprendo cosa c’è intorno a me e dentro di me, ho imparato a mantenere una mente aperta, una specie di curiosità infantile, come ho detto prima.
Per me, si tratta di mantenere un atteggiamento di crescita. In ogni situazione, c’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa da migliorare. Questa mentalità non solo mi tiene con i piedi per terra, ma crea anche uno spazio sicuro e accogliente in cui gli studenti e le studentesse si sentono liberi di chiedere, esplorare ed esprimersi senza paura del giudizio.
Puoi guidare gli altri verso la crescita solo se sei disposto a crescere tu stesso.
Riguardo al cibo qual’è l’azione che pensi sia più importante attuare ora nel mondo?
Come afferma il giornalista e scrittore Michael Pollan, “Mangiare è un atto politico”, riecheggiando la memorabile frase del poeta, scrittore e ambientalista Wendell Berry, da cui prende il titolo uno dei suoi libri, “mangiare è un atto agricolo”. Ogni giorno abbiamo l’opportunità di scegliere, chi di più, chi di meno, ma c’è sempre una scelta. Questo è il nostro superpotere come consumatori e consumatrici. Oggi siamo inondati da innumerevoli marchi, prodotti e opzioni, ma ora più che mai dobbiamo guardare oltre la superficie. Chi c’è dietro questi marchi? Quali valori rappresentano? Che tipo di mondo (e quartiere) vogliamo creare attraverso le nostre scelte? È importante porci queste domande, scavare più a fondo e prendere decisioni informate che siano in linea con i nostri valori. Il cibo non riguarda solo ciò che mangiamo; è intrecciato con la politica, la cultura e l’ambiente. Le scelte che facciamo oggi plasmano il mondo che ci circonda. Quindi, scegliete con saggezza e approcciate il cibo con una mentalità olistica, tenendo sempre in considerazione il suo impatto più ampio sul pianeta, sulla società e sulle generazioni future.
Hai qualche consiglio per i lettori di Bloom come te?
Il mio consiglio è semplice: mangia meno. Non c’è bisogno di mangiare troppo. Mangia meno, compra meno, viaggia meno e abbraccia uno stile di vita minimalista con un impatto minimo sull’ambiente. So che non è sempre facile ma le ricompense ne valgono la pena. Riducendo i tuoi consumi, puoi sentirti più connesso alle persone che ti circondano: la tua famiglia, i tuoi amici e la tua comunità. Lentamente ti ritroverai circondato da un’energia più positiva e vibrante nel momento presente.
Possiamo trovare la felicità nel fare le cose in modo diverso, senza danneggiare la natura o gli animali. Quando siamo consapevoli delle nostre scelte, possiamo creare una vita migliore per noi stessi e contribuire a un mondo migliore per tutti.
Secondo te, qual è il più grande ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo nella nostra vita?
In sostanza, il più grande ostacolo è trovare difficoltà nello spostare la nostra attenzione da “io, io, io” al pensare di più agli altri. La nostra mente è costantemente concentrata su noi stessi, ma non viviamo isolati. Siamo circondati da persone e dalla natura, ed è essenziale riconoscerlo. Non si tratta di sacrificio di sé, ma di trovare l’equilibrio.
Fai parte di un ecosistema interconnesso, non sei solo un individuo distaccato da tutto. Abbiamo anche una responsabilità. Quando apri gli occhi e vedi lo stato del mondo, ti rendi conto di avere il potere di fare la differenza, non solo per te stesso, ma anche per chi ti circonda. La responsabilità di cambiare, di influenzare gli altri in modo positivo, è tua.
Hai l’opportunità di essere un faro di luce, un faro che illumina il cammino per gli altri. Lo dico perché ho passato troppo tempo a concentrarmi su cose che non avevano importanza (e, con il tempo, mi sto concentrando meno su di esse). La verità è che puoi essere felice adesso, esattamente come sei. Usa il tuo tempo saggiamente, guarda cosa succede intorno a te e sii il cambiamento che desideri vedere. Agisci.
Il Natale si avvicina e con esso tante ricette tradizionali a base di carne. Se volessimo proporre ricette vegane alle nostre famiglie, cosa consiglieresti?
Adoro questa domanda! Ci penso sempre durante il periodo natalizio. Onestamente, non mi interessa se una persona mangia carne: non amo le etichette e non ne abbiamo bisogno. Ciò che conta è mangiare più piante, tutto qui. Le piante sono divertenti, belle e persino sexy! Possono facilmente diventare il fulcro di qualsiasi pasto. Il regno dei funghi, ad esempio, è una delle migliori fonti di gratitudine: è versatile e ricco di sapore.
Quando si tratta di piatti a base di piante, l’arma segreta per legare tutto insieme è sempre una buona salsa. Adoro le salse e il Natale è il momento perfetto per crearle, soprattutto quando hai il tempo di cucinare con uno scopo più grande. Le salse non hanno genere, non hanno etichette. Sono per i gusti di tutti. Le salse sono l’ingrediente segreto: non parlano solo dei loro ingredienti; fanno sì che tutti si fermino e prestino attenzione. Le salse uniscono tutto e trasformano un pasto in un capolavoro. Per quanto mi riguarda, sto preparando una galette di patate con una demi-glace allo zafferano e alla cipolla, porri aspri e al burro e un’insalata di foglie amare, tutti ingredienti umili. Perché, come ho già detto, non è necessario spendere soldi per gli ingredienti più lussuosi.
Ciò di cui hai bisogno è il tempo. Il tempo è il nostro dono più prezioso e ciò che conta davvero è darsi del tempo o condividerlo con gli altri. Questa è la REALIZZAZIONE: non è ciò che hai, ma come scegli di trascorrere il tuo tempo e condividerlo con gli altri.
Sfida finale (la soluzione è alla fine della ricetta)
Trova le parole in maiuscolo e compila la seguente formula:
—— + ——– + ——– = …………………
Ricetta di Carolina per i lettori e le lettrici di Bloom as you are
Le salse sono piaceri versabili.
…. E poiché tutto nella vita è migliore se ricoperto di salsa, ecco una ricetta per voi:
Demi-glace allo zafferano e cipolla
Ingredienti
200 g di pomodorini, pelati
3 scalogni grandi, in un quarto
1 rametto di timo
0,1 g di fili di zafferano
Olio extravergine di oliva
400 g di cipolla gialla, tagliata finemente
Miscela di spezie hawaiane (vedi ricetta sotto)
10 g di pasta di harissa (facoltativo)
Tamari (50% in meno di sale)
Vermouth bianco (o vino bianco secco, in alternativa)
1 litro di acqua (o brodo leggero)
50 g di ceci, ammollati durante la notte
Miscela di spezie Hawaij Ingredienti ½ cucchiaio di semi di coriandolo, tostati 2 chiodi di garofano interi, tostati 1 cucchiaino di semi di cumino, tostati ¼ cucchiaino di semi di cardamomo (4-5 baccelli) ¼ cucchiaino di curcuma in polvere ¼ cucchiaino di cannella in polvere ¼ cucchiaino di pepe di Aleppo | Metodo Schiacciare e macinare le spezie usando un mortaio o un macina spezie. |
Metodo
- Preriscaldare il forno a 200ºC.
- Rivestire una teglia con carta da forno. Disporre pomodorini pelati, scalogni e timo sulla teglia, irrorare con olio d’oliva e cospargere con un po’ di sale e zucchero.
- Arrostire per 15-20 minuti o fino a quando non saranno dorati in superficie e appassiti.
- In una pentola, tostare i fili di zafferano a fuoco basso fino a quando non saranno appena asciutti, fragili e profumati. Fare attenzione a non bruciarli.
- Aggiungere olio d’oliva e cuocere a fuoco lento per un paio di minuti.
- Aggiungere le cipolle e il sale a piacere e far appassire bene, fino a quando non inizierà a prendere un po’ di colore. Usare un movimento costante per mescolare bene il sale, in modo che la cipolla rilasci i suoi succhi e non bruci. Cuocere fino a quando le cipolle saranno morbide e dolci.
- Aggiungere la miscela di spezie e la pasta di harissa, mescolare e cuocere fino a quando non saranno profumati.
- Aggiungere i pomodori arrostiti e gli scalogni.
- Sfumare con il tamari per recuperare tutti i succhi caramellati sul fondo della pentola.
Nota: quando si va a deglassare, iniziare con un piccolo spruzzo di tamari. Mescolare, raschiando il fondo della pentola con un cucchiaio di legno fino a quando il liquido non sarà evaporato. Ricordare che la salsa tamari aggiunge sapore e colore ma anche salinità, quindi è fondamentale che in questa parte del processo non si esageri (aggiungere circa mezzo cucchiaio ogni volta che si deglassa).
- Sfumare con un goccio di vermouth bianco per incorporare gli zuccheri rimasti attaccati al fondo della pentola e cuocere fino a quando l’alcool non sarà evaporato.
- Ripetere questo procedimento (sfumare con tamari e vermouth bianco) altre due volte per creare la base aromatica della vostra essenza e cuocere fino a quando non avrà la consistenza di una composta tostata.
- Aggiungere l’acqua (o brodo leggero) e portare a ebollizione.
- Cuocere a fuoco basso per 2 ore.
- Togliere dal fuoco e lasciare riposare fino a quando non si raffredda (circa 30-45 minuti). È possibile lasciarlo in frigorifero durante la notte per infonderlo e ottenere un sapore più intenso.
- Una volta raffreddato, filtrare con cura il brodo e metterlo in una pentola con i ceci ammollati.
- Cuocere i ceci nel brodo di zafferano e cipolla per un’ora e mezza.
- Lasciare riposare per 30 minuti.
- Filtrare, scartare i ceci e ridurre il brodo di zafferano e cipolla a fuoco medio di ⅓ parte.
- Se non si intende utilizzarlo subito, conservarlo in un contenitore ermetico in frigorifero.
Soluzione al gioco
PASSIONE + IDEE + AZIONE = REALIZZAZIONE
Si tratta di come far accadere le cose. La formula per trasformare i tuoi pensieri in realtà.
Per una migliore comprensione della formula:
LA PASSIONE ci spinge in avanti ed è il cuore della creatività. Le IDEE sono il fondamento di tutto. Quando le unisci all’AZIONE, è lì che avviene la MAGIA: REALIZZAZIONE. Ma non si tratta solo di fare; si tratta di fare con uno SCOPO. Ogni scelta che fai, che sia nel cibo o nella vita, contribuisce a un quadro più ampio. IL TEMPO è un dono prezioso e il modo in cui lo spendi plasma il tuo mondo.
Quindi, ti chiedo: cosa vuoi che la tua AZIONE crei nel mondo? Inizia con piccoli cambiamenti. SII IL CAMBIAMENTO.
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