Fondatrice dello Studio98 a Milano, studio di architettura e interior design formato solo da donne, dopo la laurea in architettura e varie esperienze tra cui il giornalismo, Clara Bona ha fatto della sua passione e professione legata all’interior design un vero e proprio stile di vita. Ispirata dal potenziale ancora inespresso che riesce a cogliere in ogni luogo che incontra, attraverso la sua creatività e forte senso di concretezza, è riuscita a realizzare la casa dei sogni di tante persone. L’ho incontrata nel suo studio a Milano dove mi ha raccontato di sé, del suo lavoro e della lotta che in quanto donna anche nel suo ambito deve fare per affermare la propria voce e talento al di là del genere e dei pregiudizi.
Dove nasce la tua passione per l’architettura?
E’ stato un percorso quasi naturale. Dopo il liceo artistico mi sono iscritta ad Architettura, e dopo la laurea ho iniziato a lavorare in un grande studio di progettazione. Lì ho capito che non ero tagliata per l’architettura in senso tradizionale, mentre ho scoperto la mia passione per l’interior design. Ho lasciato il mega studio e mi sono messa a lavorare con un’amica che stava seguendo dei progetti di ristrutturazione di appartamenti. Ho iniziato a progettare case e seguire i cantieri e il lavoro mi ha subito appassionato ma non ero assolutamente preparata dal punto di vista pratico, come tutti quelli che escono dall’Università. Ho imparato tutto sul campo.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
La cosa più bella nel fare case è che fai tutto in tempi brevi. A volte tre mesi, o sei mesi, un anno. Vieni chiamato, inizi il progetto, pensi al nuovo taglio degli spazi, che è la fase più divertente, fino a tutte le fasi successive. La casa è fatta di tanti piccoli dettagli che vanno seguiti bene fino alla fase finale. C’è poi un aspetto più difficile fatto di trafile burocratiche e di rapporti non sempre facili con le persone. In cantiere hai sempre problemi, di ogni tipo. Ma se hai passione, se ami quello che fai, come me, è molto bello vedere quanto puoi realizzare per qualcun altro. E diventa come se lo stessi facendo per te.


E’ il cliente che ti guida o sei tu?
Sono pochissimi quelli che ti chiedono di fare tutto come vuoi. Con la maggior parte si lavora insieme. Cerco di capire qual è lo stile di chi ho di fronte. Se la casa si trova ad esempio in un palazzo moderno o in una villa antica, riesco ad avere già molte indicazioni sul progetto da realizzare. Il mio impegno è fare sempre la casa più giusta per rispettare sia le caratteristiche del luogo sia di chi ci andrà ad abitare. Ogni luogo può essere risolto in mille modi diversi e se con il cliente c’è collaborazione si riesce ad arrivare al risultato perfetto.
Cosa ti affascina degli spazi?
Appena vedo un posto capisco subito le sue potenzialità e immagino quello che si potrebbe migliorare, soprattutto quando mi trovo di fronte a una brutta ristrutturazione, a un deturpamento dell’edificio.
Nel giornalismo non avevi le stessi emozioni?
Scrivere mi piace tantissimo ma è un’altra cosa. Di quello che faccio mi piace la concretezza. Devi esserlo per far andare bene tutto. Mi vedono e pensano che io faccia i colorini, le cose leggere e frivole, le carte da parati…. Non è così. In cantiere devi essere super tosta. Spesso devi lavorare con uomini che pensano che le tue indicazioni abbiano poco valore. Una cosa deve essere sì funzionale ma per me deve essere anche bella.
Quindi c’è pregiudizio?
Sì, molto. Devi riuscire a far rigare dritto e devi trovare il modo per farlo, con molta gentilezza. Mi rendo conto che su tante cose un uomo, al posto mio, avrebbe meno problemi. La parte del cantiere è una parte fondamentale nella riuscita della casa. Ho tanti clienti che arrivano da me con esperienze disastrose di ristrutturazione, sopratutto quando c’è stata mancanza di pianificazione, di organizzazione di parti pratiche che devono sempre unirsi a quella creativa.
C’è continuità con i tuoi clienti?
Sono trent’anni che faccio solo case e ne faccio tante. Il più delle volte sono rimasta amica con le persone per cui ho lavorato. Molti di loro hanno ampliato la casa o comprato quella al mare e si sono rivolti di nuovo a me. Ho una grande continuità e tutti mi hanno detto di essersi appassionati e divertiti. Ho lavorato con clienti che non avevano alcuna passione per la casa e durante i lavori si sono lanciati, ora alla casa ci tengono. Trovo che sia bello vivere i lavori non come una fase problematica ma come un momento divertente. Poi spesso le coppie litigano perché uno ha dei gusti e l’altro ne ha altri, ma entrare nel loro intimo e capire il desiderio di ognuno è importante. Mi arrivano tanti messaggi a fine lavori che mi fanno felice e mi ripagano di tutte le fatiche. Tipo “Torno a casa la sera e mi sento felice di arrivare qui, in questa casa che mi corrisponde alla perfezione” oppure “La mia casa è come l’ho sempre voluta, ho realizzato il mio sogno”.

Qual è il progetto che più ti è rimasto nel cuore?
Ho fatte tante case che mi sono piaciute perché erano vicine al mio stile. Che sentivo. In altre ad esempio mi è piaciuto di più il rapporto che si è creato con i proprietari. Il progetto che più ho amato è quello della mia casa al mare in Liguria, un vecchio rustico di contadini. Era un mio sogno ma era complicato da realizzare e invece ci sono riuscita. E’ una casa che amo molto ed è il progetto che vedo più affine a me. Non è stato facile. Ho tanti amici architetti che sono bravissimi a fare le cose per gli altri ma poi quando devono farle per loro stessi gli vengono diecimila dubbi. Io sono partita dalle preesistenze e ho ottenuto quasi tutto quello che desideravo. Avevo dei vecchi pavimenti, delle porte belle, dei soffitti che poi ho sbiancato. Per fortuna c’erano dei punti da cui partire: amo le case che abbiano già una loro identità.
Sei molto seguita su Instagram. I social ti hanno aiutata a far conoscere il tuo lavoro?
Poche persone vedono una rivista di arredamento. La comprano per quel mese in cui devono capire come vogliono ristrutturare la casa e poi basta. Anche se ho sempre avuto tante pubblicazioni non è che tante persone sapevano esattamente quello che facevo. Forse questa è la differenza da quando ci sono i social. Lì è tutto più immediato. Ho notato che c’era un certo interesse nello scoprire come sarebbero diventate le case su cui stavo lavorando. Ho introdotto anche un po’ di racconto e mi sono accorta che in tantissimi si sono sentiti coinvolti e appassionati.
Che cos’è per te la creatività?
Un modo naturale di vedere le cose. E’ osservarle d’istinto, trattarle a mio modo ed accorgermi che proprio qui emerge la mia personalità che si distingue da quella di chiunque altro. Penso che la creatività ce l’hai in tutto, in qualsiasi aspetto della vita e in come affronti le cose. Nel mio lavoro spesso la creatività deve fare i conti con i costi e i problemi tecnici: dal disegno nasce qualcosa che dovrà esistere concretamente e funzionare bene. Quindi puoi volare ma ti devi anche confrontare con la realtà.
Un consiglio alle giovani che vorrebbero intraprendere questo mestiere?
E’ un lavoro con un sacco di opportunità a differenza di quello che dicono. Se si lavora duramente e seriamente è un lavoro che ti permette di esprimerti. E vedo che oggi c’è molta più attenzione da parte delle persone per l’interior design. All’inizio guadagni poco come tutti i lavori in cui devi imparare, ma se poi riesci a trovare un tuo stile e fai emergere la tua personalità, di lavoro ce n’è tanto. Nel nostro studio abbiamo molte richieste grazie a tanto passaparola.
Che libro stai leggendo in questo momento?
Sto leggendo “La Straniera” ma il libro che vorrei consigliare è “Patria” di Fernando Aramburu. Mi è piaciuto tantissimo. L’ho iniziato, l’ho abbandonato ma poi l’ho ripreso e mi ha appassionato. Mi ha anche insegnato tante di cose.
Qual’è il viaggio che ti ha più arricchita?
L’India. Ci sono stata ogni anno negli ultimi 15 anni e ho iniziato a visitarla che ne avevo 18. E’ il mio viaggio del cuore.

Bellissima intervista. Seguo Clara Bona su instagram e aspetto ogni giorno un suo post perchè ti trasmette grande entusiasmo e passione e nulla è lasciato al caso. Sembra tutto facile ma capisci che dietro c’è grande lavoro e fatica. Fantastico incontro virtuale.
Grazie Daniela! E’ stato un piacere conoscere una persona solare e creativa come Clara e realizzare insieme a lei questa intervista. Spero continuerai a seguire il nostro magazine! Buon week end!