Inaspettati è il termine con cui definirei gli eventi che si sono susseguiti in questo ultimo caldo mese di maggio che insieme a temperature via via sempre più cocenti ci ha anche regalato delle fresche e piacevoli brezze. Un clima che vorrei tenermi per tutto l’anno e che mi ha accompagnata nei viaggi che ho intrapreso alla ricerca di nuove storie per Bloom as you are.
Amsterdam mi ha accolta con un Sole che nessuno si sarebbe immaginato! Frizzante, vivace, piena di vitalità, di stimoli come solo questa città è in grado di dare. Sei giorni pieni di luce brillante, una fortuna immensa vista la consueta piovosa stagione. Sei giorni in cui ho percorso viuzze adornate di fiori rampicanti, di vetrine multietniche e di cibi altrettanto carichi di culture e diversità, così affascinanti e così affini all’identità del nostro magazine. Francese, algerino, olandese, orientale… quanti sapori e quanti odori hanno reso queste giornate indimenticabili. Ho scoperto un atelier di grande eleganza che presto vi racconteremo, un luogo dove sono racchiusi brand sostenibili da tutto il mondo, brand che valorizzano il lavoro artigianale soprattutto femminile. Piena di bellezza negli occhi sono rientrata in Italia a fatica, conscia che avrei dovuto riprendere un aereo per poter di nuovo gustare l’emozione di quella crescita continua che il viaggio e la scoperta di nuovi luoghi può regalarti.
Questo però è stato il punto di partenza per approfondire ulteriormente una grande consapevolezza. Vivere slow, vivere più sostenibile significa anche saper apprezzare e valorizzare ciò che hai intorno a te. Riscoprire un nuovo modo di vivere partendo proprio dal piccolo, a piccoli passi. Ho così provato il ristorante siriano che da poco ha aperto di fianco a casa mia. Nel gesto di mangiare un dolcetto tipico di quelle terre con formaggio e acqua di rose, quel tocco delicato, raffinato che mi fa sognare ad occhi aperti, ho riflettuto su ciò che ancora questo popolo sta vivendo. È stato come un sussulto. Uno scuotermi dal mio torpore gioioso e sognatore. Il privilegio di essere libera, di essere in una terra di pace, di potermi svegliare e non dover temere che la mia casa crolli all’improvviso su di me. Ho pensato a Marie Colvin. Una grande reporter di guerra morta tra le macerie dei bombardamenti a Homs. Una donna dall’impavido coraggio, animata dal desiderio di raccontare la verità, di dare voce a chi non l’aveva.
La guerra in Siria sta continuando. Da 11 anni. Penso a quante contraddizioni dobbiamo vivere ogni giorno: tra le atrocità che milioni di persone nel mondo stanno vivendo e la fortuna di poter viaggiare, scoprire, approfondire, conoscersi. Un lusso che non a tutte e tutti è concesso. Penso alle contraddizioni che dobbiamo vivere tra estremi logoranti, tra un amore e un odio incomprensibile e poi penso alla fortuna di poter assaggiare questi dolcetti. Questi momenti di gioia, di conoscenza attraverso il cibo di culture millenarie straordinarie, divengono il gesto di pace più ingenuo e potente che ci sia. Dobbiamo ricordare. Parlare. Conoscere. Scoprire le meraviglie racchiuse nelle culture di tutto il mondo e sentirle come famiglia. Che se c’è una guerra là è una guerra che vive il mio popolo, non una parte del mondo lontana da me.
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